L'eclettica personalità di Igor Tuveri, in arte Igort, dà vita a un intrigante noir ambientato in una Napoli notturna, livida e costantemente piovosa, che ricorda piuttosto la distopica Los Angeles di Blade Runner.
Appena presentato presentato a Venezia 76, nelle Giornate degli Autori, il film rappresenta un nuovo tentativo del cinema italiano di trasporre un fumetto sul grande schermo (la graphic novel è del 2002). Forse non siamo ancora al massimo, ma sicuramente un passo avanti rispetto all'ultimo esperimento in tal senso (penso a La profezia dell'armadillo - Zerocalcare 2018), e attendiamo l'ormai prossimo Diabolik dei Manetti bros.
Appena presentato presentato a Venezia 76, nelle Giornate degli Autori, il film rappresenta un nuovo tentativo del cinema italiano di trasporre un fumetto sul grande schermo (la graphic novel è del 2002). Forse non siamo ancora al massimo, ma sicuramente un passo avanti rispetto all'ultimo esperimento in tal senso (penso a La profezia dell'armadillo - Zerocalcare 2018), e attendiamo l'ormai prossimo Diabolik dei Manetti bros.
Settembre 1972. Peppino Lo Cicero (Toni Servillo), con un naso degno di Federico da Montefeltro, è un uomo malinconico e nostalgico, un "guappo" ormai in pensione, con tanti ricordi che spesso prendono forma di flashback. La vita per lui è "come un liquore troppo forte": "lo butti giù, senti 'a bott', ma non capisci che gusto ha".