Un film dal profondo taglio psicologico, incentrato sull'orrore che la guerra lascia dopo la sua fine e fondato su un'inversione di prospettiva, di certo l'idea più innovativa della storia.
Dei giovanissimi soldati tedeschi, infatti, arruolati come nazisti poco prima della vittoria degli alleati, sono prigionieri dell'esercito danese, che li destina a "ripulire" le coste che i loro predecessori hanno disseminato di mine nella convinzione che i nemici sarebbero sbarcati lì invece che in Normandia.
Raramente (mai?) nella storia del cinema degli ultimi 70 anni lo spettatore si è ritrovato in sala e ha provato simpatia per soldati tedeschi che improvvisamente sono vittime e non carnefici come in questo in caso.