Il
quarantaduesimo lungometraggio di Clint Eastwood, che all'incredibile età di 94 anni ci regala l'ennesima opera di grande valore, si presenta come una tragedia greca, un film giudiziario che colpisce il sistema giudiziario a stelle e strisce e che non ha nulla del
thriller, poiché non c'è nulla da scoprire, ma che incentra il suo nucleo principale nei dilemmi morali del protagonista e, perché no, degli spettatori.
Una pellicola che potrebbe essere una
pièce teatrale, essendo di fatto ambientata nell'aula del tribunale e in casa del protagonista, con l'eccezione di qualche raccordo e dei
flashback che ricordano i fatti (
trailer).
L'allegoria della Giustizia con una mano tiene una bilancia, con l'altra una spada e, molto spesso, ha una benda sugli occhi, proprio come la Fortuna.