Con questo film Ben Stiller conferma il suo grande talento, stemperando l'impareggiabile vena comico-demenziale di Zoolander (2001) e Tropic Thunder (2006) per avvicinarsi un po' di più al grande pubblico, virando verso una sorta di road movie aggiornato in chiave giornalistico-surreale.
Che nulla sia lasciato al caso lo si capisce sin dai titoli di testa, letteralmente "urbanizzati" grazie al loro inserimento lungo le strade e gli edifici di New York. Il soggetto è connesso ad un avvenimento reale: la storica chiusura della rivista Life che, attiva dal 1936 al 2007, pur se con alterne vicende, fu da allora limitata alla sola versione on line. Walter Mitty, il protagonista della storia, interpretato dall'attore e regista statunitense, è il responsabile dell'archivio fotografico della rivista, proprio nel momento di transizione tra la versione cartacea e quella web.
Che nulla sia lasciato al caso lo si capisce sin dai titoli di testa, letteralmente "urbanizzati" grazie al loro inserimento lungo le strade e gli edifici di New York. Il soggetto è connesso ad un avvenimento reale: la storica chiusura della rivista Life che, attiva dal 1936 al 2007, pur se con alterne vicende, fu da allora limitata alla sola versione on line. Walter Mitty, il protagonista della storia, interpretato dall'attore e regista statunitense, è il responsabile dell'archivio fotografico della rivista, proprio nel momento di transizione tra la versione cartacea e quella web.
La parte più comica è tutta nella prima parte del film, in cui Walter, innamorato della collega Sheryl (Kristen Wiig) da poco arrivata, viene preso di mira da uno dei nuovi manager chiamati ad effettuare i licenziamenti per traghettare la rivista alla nuova fase, tale Ted Hendricks (Adam Scott). La caratteristica esilarante del protagonista è che spesso gli capita di incantarsi ed immaginare reazioni politically incorrect: gli succede un paio di volte in ascensore e davanti ad un microonde in ufficio, sempre mentre sta parlando con il rampante e insopportabile manager che lo ribattezza Major Tom, "uomo torta" o "uomo di latta" tra le risate dei presenti. Strepitose, però, le rivalse immaginate da Walter, che prima sogna di deridere l'avversario sulla sua improbabile barba con un fantastico "Lo sai chi sta bene con la barba? Albus Silente!" (il professore di Harry Potter), ma soprattutto dopo, quando il suo nuovo superiore lo vede con il pupazzo di "Stretch Armstrong", famoso giocattolo di gomma allungabile, e pensa (e noi vediamo) una fantastica sequenza "stile supereroi", con volteggi e corse nel traffico con il pupazzo muscoloso che si estende all'inverosimile durante la battaglia tra i due contendenti che cercano ognuno di strapparlo all'altro.
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Walter decide quindi di andare a cercare il fotografo anche perché, peraltro, in uno dei suoi incantamenti, da una foto appesa nell'ufficio lo vede fargli segno con la mano di raggiungerlo.
Il film ha un finale da grande commedia americana, un happy ending alla Frank Capra, con il ritrovamento del negativo n. 25 grazie al contributo della madre di Walter, interpretata dall'eterna Shirley Maclane, e la stampa della copertina che omaggia coloro che per tutti gli anni precedenti ne hanno reso possibile la pubblicazione, e perché no, anche l'avvicinamento tra Walter e Shirley.
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