Premessa. Il film, tre mesi dopo questa recensione, a dicembre, è uscito in Italia con il terribile titolo de
Il gioco delle coppie ed è stato pubblicizzato con uno slogan ancora peggiore: "la commedia parigina ai tempi di whatsapp". Siamo ai livelli di
Non drammatizziamo... è solo questione di corna per
Domicile conjugal di François Truffaut (1970). Certe pessime abitudini faticano a cambiare...
Editoria, intellettuali, amori, tradimenti. Sembra un film di Eric Rohmer l'ultimo lavoro di Olivier Assayas, presentato alla recente mostra del cinema di Venezia, e in uscita nelle sale il prossimo 29 novembre. Una commedia dalla verbosa leggerezza rohmeriana, con pochi personaggi, e che nel titolo originale conserva l'hitchcockiano motivo del doppio -
Doubles vies -, annullato in quello scelto per la distribuzione internazionale, che pesca un'espressione nata negli ultimi decenni per definire un macro genere letterario che si pone sul crinale liminale tra invenzione e realtà, dando maggiore spazio a quest'ultima.
Léonard (Vincent Macaigne) è uno scrittore in difficoltà: il suo ultimo romanzo, Punto finale, viene rifiutato dall'editore Alain (Guillaume Canet), con cui oltre il rapporto di lavoro ha un rapporto di amicizia, che coinvolge anche le rispettive compagne, Valérie (Nora Hamzawi), che lavora al fianco di un politico, e Selena (Juliette Binoche), attrice di una serie tv di bassa qualità molto apprezzata dal pubblico generalista.