Ma che bello questo film di Andrea
Segre, intenso, lirico e dagli altissimi contenuti, capace di unire la
questione dell'integrazione razziale e una storia di vite spezzate che
si incontrano nell'isolatissima Val dei Mocheni in Trentino.
Le vite in questione sono quella di Michele, undicenne che ha perso il
padre e vive con la mamma Elisa (una bravissima Anita Caprioli) e uno
splendido nonno Pietro apicolotore, e quella di Dani, fuggito dalla
Libia per la guerra civile e che ha perso la moglie a causa del duro
viaggio in "gommone" verso l'Italia, dove è comunque nata la loro
bellissima bimba. Il film narra i percorsi psicologici e sociali di
Michele e Dani, senza lasciarsi tentare dal possibile amore tra il
ragazzo di colore e la giovane vedova, in una soluzione che forse
avrebbe occhieggiato un po' troppo capolavori del passato come "La paura
mangia l'anima" di Fassbinder e "Secondo amore" di Douglas Sirk. Eppure
del regista degli splendidi melodrammi americani anni '50 ne "La prima
neve" ritroviamo i colori, le foglie, alcuni paesaggi...
Un film da non perdere.
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