Il film di John Hillcoat (titolo originale Triple nine) è un perfetto esempio di cinema di genere, con tanta azione, buon ritmo e ottima recitazione, sostenuta da una sceneggiatura brillante, cui fa da contraltare una regia senza particolari acuti (trailer).
Atlanta è la città caotica, trafficata e collegata da un reticolo di tangenziali, in cui un gruppo di poliziotti corrotti organizza una rapina di banca. A guidarli è probabilmente l'uomo meno convinto di effettuare il colpo, Michael Atwood (Chiwetel Ejiofor), ricattato dalla mafia ebraico-russa, e che ha coinvolto diversi colleghi, tra cui Marcus Belmont (Anthony Mackie), Franco Rodriguez (Clifton Collins Jr.), Gabe Welch (Aaron Paul) e il fratello Russell (Norman Reedus, star della serie The Walking Dead).
A tenere sotto scacco Michael è la cognata Irina, un'algida e durissima Kate Winslet, bravissima come sempre, capace di recitare praticamente senza muovere un muscolo facciale e che usa poche parole che suonano come sentenze: tra le più divertenti, il suo odio per il mare condensato in un laconico "c'è qualcosa di assurdo in tutta quell'acqua". Il legame tra i due è costituito da un affetto comune: il piccolo Felix, il figlio che Michael ha avuto dall'appariscente Jelena, sorella della "zarina", come gli altri chiamano Irina.
Oltre a quest'ultima, l'altro grande personaggio della pellicola è indubbiamente il detective dell'FBI Jeffrey Allen, un istrionico e dissacrante Woody Harrelsson, che sembra fare il verso allo straordinario poliziotto interpretato nella prima serie di True detective.
Con la sua nichilistica indolenza - vive in un appartamento tra alcol e droghe - irride il direttore della banca rapinata, che riprende per un eccesso di confidenza sull'uso dei social, con un splendido neologismo che da' ancora la misura dei toni ironici della sceneggiatura: "è pericoloso postare su instagoogletwitface". E ancora, più avanti, è lui a farsi trovare alla scrivania con indosso una maschera da lupo cattivo usata da qualche rapinatore (proprio come in Killing Zoe - Avary 1994); a chiamare la collega di origine cinese con il nomignolo a sfondo razziale ma divertentissimo "orsetto panda"; o a dare inizio ad un monologo davanti ai suoi sottoposti, colpevoli di non rendersi conto della situazione, con un eloquente "c'è qualcuno che crede in Gesù Cristo... e in tutta la miserabile schiera dei santi?".
Sarà proprio il nipote di Allen, Chris (Casey Affleck), a ritrovarsi coinvolto nei piani dei poliziotti corrotti, ad investigare sullo spinoso caso e a ricevere l'aiuto dello geniale zio, la cui cravatta a stelle e strisce, kitsch ma identitaria, è un oggetto particolarmente significativo all'interno della storia.
Cos'è il codice 999 del titolo? Quello usato dalla polizia americana in occasione della morte di un poliziotto in azione e che costituisce il diversivo migliore per avere il tempo di compiere una rapina in un momento di massima confusione.
La pellicola ha avuto una complicata gestazione, iniziata nel 2010, quando la sceneggiatura di Matt Cook ha avuto subito successo, entrando nella Black List di Hollywood (il sondaggio annuale che determina i migliori copioni non ancora prodotti). Nel tempo, però, il progetto ha perduto il protagonista Shia Leboeuf, sostituito da Casey Affleck; quella femminile, Cate Blanchett, a cui è succeduta la Winslet; l'autore della colonna sonora, Nick Cave, assiduo collaboratore di Hillcoat e non solo come musicista (La proposta, 2005; The road, 2008; Lawless, 2012), al posto del quale è arrivato Atticus Ross, che ha realizzato brani che contribuiscono in maniera determinante all'atmosfera cupa e ricca di tensione della storia.
Un film non indimenticabile, ma la cui costruzione narrativa e le indubbie qualità non permettono allo spettatore di distrarsi un attimo, in una sorta di ideale incontro tra Hillcoat e Michael Mann...
Un film non indimenticabile, ma la cui costruzione narrativa e le indubbie qualità non permettono allo spettatore di distrarsi un attimo, in una sorta di ideale incontro tra Hillcoat e Michael Mann...
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