sabato 19 marzo 2016

Sbagliate (Pandimiglio - Menozzi 2015)

Sembra strano da credere ma ancora oggi, nella nostra società,  parlare della scelta di non avere un figlio, soprattutto se a farlo è una donna, è una cosa molto difficile.
Elisabetta Pandimiglio e Daria Menozzi hanno provato ad affrontare l'argomento, intervistando alcune donne a Roma e a Modena o, più semplicemente, riunendole a parlare della loro scelta davanti ad una telecamera, e l'esperimento è più che riuscito (trailer).

La piacevole sensazione è che tutte le donne intervenute, appartenenti alle prime generazioni che hanno potuto scegliere di non avere figli, si siano sentite meno sole, abituate ad essere considerate delle persone "incomplete", con qualcosa di mancante, senza problemi veri. Ed è davvero interessante rilevare, com'è naturale che sia, che queste donne mostrino profonde differenze l'una dall'altra, perché troppo spesso si è portati a pensare che scelte simili presuppongano persone simili, e invece non è affatto così.
Una storia di autodeterminazione, ma anche di assurda ghettizzazione. Notevole la convinzione di una trentaduenne che nega con decisione l'idea di un figlio, che non crede faccia per lei e che proprio per la sua determinazione fa commuovere una donna già nonna, che ricorda con quale automatismo decenni prima abbia affrontato un'esperienza sulla quale probabilmente non aveva riflettuto abbastanza.
C'è chi si è sentita dire che non ha completato lo sviluppo, chi ha dovuto constatare che durante le conversazioni i suoi interlocutori si interrompevano sempre allo stesso punto, a causa di uno strano imbarazzo, ma anche una donna israeliana, cresciuta con l'imprinting che fosse "meglio essere divorziata che single" e poi, che almeno facesse un figlio.
Bellissima la riflessione sull'egoismo che, a seconda dei contesti e di ciò che si vuole dimostrare può essere adattabile: si è egoiste se non si vuole un figlio, perché si pensa solo a se stesse; si è egoiste se si vuole un figlio a tutti i costi; si è egoiste se si ignora il volere dei compagni; ecc.
Come già evidenziato, la scelta di non avere figli è frutto di percorsi molto diversi: chi, dato il pessimo rapporto con la madre, temeva di riproporre lo stesso modello; chi, rimasta incinta con poca convinzione, si è sentita sollevata quando una malattia temporanea ne ha interrotto la gravidanza; chi ha sempre rimandato, nell'attesa di un momento adatto, mai sopraggiunto; ma anche chi attende la menopausa come momento di serenità, perché smetterà definitivamente di pensare alla scelta e, soprattutto, toglierà al compagno di turno la possibilità di chiederlo.
Persino chi in passato ha voluto un figlio, ma si è rifiutata di insistere, evitando di sottoporsi alle complicate e spersonalizzanti tecniche così lontane dall'eros, ha saputo ritrovare un proprio equilibrio, e chi, molto onestamente, è capace di accettare la realtà: "sarei voluta diventare anche una cantante, ma non lo sono".
Nel corso del film l'alternarsi tra Modena e Roma è segnato dall'immagine di un treno in viaggio e dalla stringata colonna sonora costituita dal brano Pied Beauty di Massimo Zamboni.
Ed è così, tra un treno e l'altro, che  donne di età diversa raccontano storie nettamente diverse: chi a sedici anni vedeva le compagne di scuola sposarsi perché rimaste incinte, mentre fare la parrucchiera era considerato alla stregua di quello che oggi risulterebbe dire di essere una escort; chi ricorda come gli anticoncezionali fossero una chimera e l'unica speranza era considerare il compagno del momento "il dio della retromarcia"; chi non ha mai trovato un compagno adatto forse perché, per sua stessa ammissione, ha visto troppi film Disney, e le è stato impossibile accontentarsi della realtà; chi non ha voluto nemmeno "un marito, che è il primo figlio che una donna ha".
Buffo, inoltre, sentire raccontare da molte delle protagoniste che le madri avevano previsto per loro un percorso prestabilito che dovesse passare per il matrimonio e la maternità, ma che poi con gli anni siano state le prime ad ammettere che se avessero potuto tornare indietro, ci avrebbero pensato molto di più prima di fare certi passi, forse la massima dimostrazione di quanto le pressioni sociali e religiose abbiano sempre avuto un ruolo determinante in questo campo.
Si evince da queste narrazioni che la generazione precedente riempiva i propri discorsi di giusto e sbagliato, di normale e anormale, ma che finalmente, negli ultimi anni, i contorni di questi concetti privi di significato si sono ampiamente relativizzati, fino a far comprendere sempre più spesso la soggettività delle scelte.
E, ancora, si sente l'esigenza di confrontarsi su cosa sia esattamente il tanto decantato "istinto materno": chi non ha o non vuole figli non può averlo? Oppure è qualcosa che si può dimostrare in altri momenti, qualcosa di simile all'altruismo? Fino alla splendida definizione di una delle protagoniste che lo considera un "corteggiamento della vita".
Il documentario è stato presentato al Biografilm Festival di Bologna nel 2015, totalmente autoprodotto e, come rivelato dalle autrici, il progetto originario doveva essere un film di finzione e poi, quasi per caso, è diventato altro.
Come non ha mancato di notare giustamente Elisabetta Pandimiglio, intervenuta alla proiezione romana alla Casa del Cinema di Villa Borghese, chissà cosa sarebbe accaduto e quanto sarebbe stato differente il documentario se le donne scelte fossero state selezionate al sud.
Inevitabile pensare, a questo punto, che un progetto del genere meriterebbe un percorso più ampio, simile a quello di Comizi d'amore (1965), con cui Pier Paolo Pasolini girò per l'Italia facendo domande scomode sul sesso e non solo, ottenendo diverse risposte a seconda delle aree geografiche e delle classi sociali, e forse si potrebbe anche andare oltre, varcando i confini nazionali, dove c'è meno difficoltà a parlare di quello che è considerato un tema e non un'assurdità, come dalle nostre parti, dove certe donne sono ritenute semplicemente 'sbagliate'!   

1 commento:

  1. Altre voci su questo film sul blog di una delle due registe, Elisabetta Pandimiglio: http://elisabettapandimiglio.blogspot.com/p/press.html

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