Un cult nella filmografia di Nanni Moretti, prodotto da Renzo Rossellini e vincitore del Leone d'Argento a Venezia. Il regista romano con Sogni d'oro risponde con grande spirito polemico e sarcastico a tutte le critiche ricevute per i primi due film (Io sono un autarchico, 1976; Ecce Bombo, 1978). Raccontare i giovani in maniera troppo elitaria, personalistica ed egocentrica, con un intellettualismo che in realtà non li rispecchiava.
Sono le critiche di sempre verso i grandi autori, ai quali si chiede di raccontare tutto, da ogni punto di vista, pretendendo un'immediata e onnicomprensiva visione del mondo. Allora, come oggi tocca ad altri (ogni riferimento a Paolo Sorrentino non è affatto casuale), Moretti venne considerato un emulo del Fellini di
8 1/2 e il film venne accolto da un mostro sacro, ma tradizionalista, come Sergio Leone, con un derisorio "Fellini 8 1/2 m'interessa, Moretti 1 1/4 no". Fatalmente, però, narrare è principalmente narrare se stessi, e solo il tempo può dirci quanto un'opera possa delineare un'epoca e farne così un classico (
trailer).