I titoli di testa, caratterizzati da un font in cui alcune lettere sono invertite, costituiscono solo il primo di una serie di simboli stranianti e
disturbanti che si susseguiranno nel corso di questo gran bel film di Michel
Franco, vincitore del premio della giuria a Venezia, ambientato in un Messico
dal presente distopico in cui le distanze tra ricchi e poveri sono incolmabili.
Ne consegue che la rivolta, nella sua forma più dura e senza
pietà, sia l’unica soluzione a disposizione di chi versa in condizione di indigenza e di difficoltà continue. Non c’è speranza per nessuno, l’etica, il
rispetto, la solidarietà e la vicinanza per chi appartiene all'altro ceto sociale non paga, è sempre il peggio che prevale, in ogni contesto.