Ancora una volta il regista canadese sembra andare oltre se stesso e, con un rigore assoluto, porta alle estreme conseguenze la sua poetica, cosicché la "nuova carne" diventa la "nuova polvere"... e sono proprio volute di polvere quelle che si muovono sui titoli di testa della pellicola anticipando la materia di un film pienamente cronenberghiano, riconoscibile da pochi fotogrammi, come accade solo con i grandi cineasti.
Ideato inizialmente come una serie TV, è stato cancellato da Netflix dopo la lettura delle prime due puntate: una storia che si ripete coi grandi capolavori di registi geniali e lambiccati, pensate a Mulholland Drive (Lynch 2001) che ebbe la stessa sorte con la ABC, diventando poi uno dei film più rilevanti degli ultimi decenni (trailer).
Karsh (Vincent Cassel) è un uomo da poco vedovo, nonché inventore di un sistema che permette ai parenti di un defunto di osservarne il corpo all'interno della bara, attraverso un'app sul cellulare, dall'evocativo nome Grave tech, e degli schermi in alta definizione applicati sulla lapide.
Questo è il suo progetto imprenditoriale del momento, lui che ha anche un ristorante che, tra i tavolini, ospita vetrine con dei manichini vestiti di sudari hi-tec, davanti ai quali precisa che, a differenza di quello di Torino - la sindone ndr - i suoi sono reali. Neanche a dirlo, nel parco attorno al locale, una parte del giardino è adibita proprio a cimitero, dove sono installati, è il caso di dire, decine di sepolcri appartenenti a questa nuova generazione, tra cui quella di Becca (Diane Kruger), la bellissima moglie di Karsh. Lei era ebrea, lui un ortodosso bielorusso, che si definisce un "ateo non praticante". Di conseguenza, il suo impegno per alleviare il dolore della perdita passa inevitabilmente per il corpo o ciò che ne rimane. Cosa ci può essere di più cronenberghiano di questa visione della morte?
Le urla di dolore si trasformano, grazie a un'ellissi, nella bocca spalancata del paziente di un dentista, cosicché lo studio del dottor Hofstra (Eric Weinthal), il dentista di Karsh, ci catapulta
idealmente in quello dei fratelli Mantle in Inseparabili (1988). Stavolta, però, non si cerca la bellezza degli organi interni, che ormai ha trovato
la sua reificazione in Crimes of the Future (2022), quanto un grottesco aiuto nel superare il lutto attraverso una soluzione organica. “Il lutto fa marcire i denti”, dice il protagonista, e dato che i denti registrano emozioni, la più diretta conseguenza è chiedere al dottore “cosa devo fare per il lutto dal punto di vista
odontoiatrico?”
E i gemelli Mantle, evocati dallo spazio asettico dello studio medico, in The Shrouds prendono forma al femminile, quando scopriamo che Becca ha una sorella (gemella?), Terry (sempre interpretata da Diane Kruger), ed è difficile non pensare che Inspearabili nel 2023 ha avuto una sua versione come serie tv in cui le protagoniste erano due gemelle, Rachel Weisz, mantenendo i nomi Elliott e Beverly Mantle.
Come in altri film del genio di Toronto, i personaggi si incastrano in maniera lambiccata e perversa - e penso non solo a Inseparabili, ma tra gli altri anche a Crash o a Existenz, cosicché Terry scatena una forte attrazione sessuale in Karsh, per ovvi motivi, ma allo stesso tempo il suo ex marito, Maury (Guy Pearce), è il tecnico video che collabora con il protagonista per realizzare i suoi tecnologici apparati funebri.
Un giorno le tombe vengono profanate e Karsh si ritrova a trasformarsi in un investigatore, su una Tesla super accessoriata, per capire chi c'è dietro gli hater che ritengono lui e la Grave tech "atei tecno infedeli".
Il film cambia, ma le relazioni tra i personaggi si complicano ulteriormente e così, mentre scopriamo che Becca ha avuto una relazione col suo chirurgo, il dottor Eckler, Karsh ne ha una con Soo-min Zabo (Sandrine Holt), la moglie cieca di Karoly Zabo, nato in Ungheria, ma arrivato in Canada nel 1956, quando era un bambino, dove poi da adulto è diventato il proprietario di una grande azienda "nanologica, tecnologica, umanistica" e che, malato, vuole essere sepolto lì.
"Voglio che il suo corpo si decomponga nel nostro cimitero" è la frase puntuale di Karsh, sempre più interessato anche e soprattutto a Soo-min.
Hunny e uno dei "sudari" in casa di Karsh |
Terry, a differenza di Karsh, è molto più semplice e anche per la sua vita ha scelto un profilo basso, tanto più che, pur essendo una veterinaria, ha deciso di guadagnarsi da vivere facendo la toletta ai cani ("grazie a Dio che ci sono i cani").
Cronenberg in The Shrouds tocca i temi più vivi della società attuale: non solo l'AI, ma anche l'ambientalismo, con il gruppo Volcano Protest che protesta contro Karsh visto come un rappresentante esemplare dell'industria capitalista, e persino le paranoie spionistiche di Budapest, nonché il coinvolgimento delle supepotenze Russia e Cina.
Karsh, che Terry ritiene un vero e proprio "voyeur di cadaveri", è ossessionato dal corpo di sua moglie anche di notte, quando fa dei sogni a metà tra il sensuale e il macabro (eros e thanatos sono fin troppo leggibili), e Becca si presenta in camera da letto nuda e con le mutilazioni dovute alla malattia, senza un seno e senza un braccio, ma ci racconterà anche di piastre e viti installate nel suo organismo, un dettaglio che rimanda clamorosamente a Crash.
Come nel film del 1996, Cronenberg è un maestro in questo e riesce a rendere plausibile quell'eccitazione e la passionalità surreale di quei momenti, anche se, come ogni sogno al negativo, il desiderio non viene appagato, e un avvicinamento più netto porta persino alla rottura dell'anca della donna. Ne sentiamo il terribile rumore, cosicché dopo la vista delle ferite, anche l'udito viene coinvolto in questa sorta di sinestesia della malattia riservata allo spettatore.
Il triangolo Karsh-Becca-Terry è sovrapponibile a quello Scottie-Madeleine-Judy de La donna che visse due volte (Hitchcock 1958) e a tanti altri doppi nella storia del cinema, con Karsh che sostituisce ideamente la moglie con la cognata, anche se in Cronenberg le acque sono più torbide, con Terry che si eccita all'idea che Karsh la possa desiderare più della sorella, e con l'intelligenza artificiale rappresentata da Hunny che si impossessa anche dei sogni di Karsh e si mostra in video come un'ulteriore doppio di Becca, con le sue stesse mutilazioni.
Il triangolo Karsh-Becca-Terry è sovrapponibile a quello Scottie-Madeleine-Judy de La donna che visse due volte (Hitchcock 1958) e a tanti altri doppi nella storia del cinema, con Karsh che sostituisce ideamente la moglie con la cognata, anche se in Cronenberg le acque sono più torbide, con Terry che si eccita all'idea che Karsh la possa desiderare più della sorella, e con l'intelligenza artificiale rappresentata da Hunny che si impossessa anche dei sogni di Karsh e si mostra in video come un'ulteriore doppio di Becca, con le sue stesse mutilazioni.
Anche i primi contatti fisici tra Karsh e Soo-min non sono certo semplici e lineari, dato che la donna tocca il viso di Karsh, poiché sente la manca di quel tipo di confidenza tattile con un uomo, dato che "la malattia distanzia i corpi", una sensazione che ricorda bene anche lui, negli ultimi mesi di malattia della moglie. La loro è una nuova vita, un nuovo inizio e non a caso Soo-min, dopo la prima notte passata insieme, potrà dire a Karsh "mi è piaciuto prendere la tua neo-verginità", ennesimo neologismo cronenberghiano!
Gli storici collaboratori del regista di Videodrome ci sono, come sempre, su tutti Howard Shore per le musiche e Carol Spier per la scenografia.
Cronenberg rappresenta il manierismo nella forma più alta del cinema dei nostri anni, un Pontormo o un Pirro Ligorio della settima arte, tra bizzarrie sempre più audaci, che in The Shrouds fondono la sua ossessione per il corpo organico con la tecnologia e con l'intelligenza artificiale. La sceneggiatura poi, in questo film, raggiunge delle vette arzigogolate difficilmente pareggiabili, quando i due protagonisti davanti alle tombe hi-tec riescono a parlare del paradosso del gatto di Schrödinger.
È difficile da spiegare, ma David Cronenberg è in grado di sconfinare nella meccanica quantistica e rimanere poetico, filosofico, riuscendo a non intaccare la credibilità del suo ennesimo grande film e a mantenere salda la sospensione dell'incredulità da parte dello spettatore.
È difficile da spiegare, ma David Cronenberg è in grado di sconfinare nella meccanica quantistica e rimanere poetico, filosofico, riuscendo a non intaccare la credibilità del suo ennesimo grande film e a mantenere salda la sospensione dell'incredulità da parte dello spettatore.
Impossibile, infine, non notare quanto Vincent Cassel, che già per struttura ossea è simile alla figura di David Cronenberg, in questo film sia reso identico al regista canadese, ormai ottantatreenne. The Shrouds sembra davvero un testamento per immagini, il You Want It Darker cronenberghiano, per associarlo a un testamento artistico di un altro canadese come Leonard Cohen... complesso pensare di separarsene!
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