Begood e Italy For Movies

martedì 24 giugno 2025

L'amico fedele (McGehee - Siegel 2024)

Il film di Scott McGehee e David Siegel fa leva sui sentimenti, sul dolore per un lutto, sull'amore per gli animali, e ambienta tutto questo durante le feste natalizie, forse tentando di diventare una delle nuove pellicole cult per quel periodo dell'anno.
Il dubbio è lecito, anche perché nel corso della storia viene citato il film natalizio per antonomasia, La vita è meravigliosa  (1946), negli ultimi decenni nell'immaginario collettivo sostituito da Una poltrona per due (1983). L'operazione, che sia questa o meno, non riesce granché: L'amico fedele non può in alcun modo avvicinarsi al capolavoro di Frank Capra, ma nemmeno al buon film di John Landis (trailer).
La storia, tratta dall'omonimo romanzo di Sigrid Nunez, vincitore del National Book Award nel 2018, parte dal suicidio di Walter (Bill Murray), scrittore apprezzato da studenti, amici e dalle tante donne della sua vita. Alcune di queste le ha sposate e tra le ex c'è oggi anche la sua più grande amica, Iris (Naomi Watts) che con la figlia di Walter, Val (Sarah Pidgeon), sta scrivendo un libro su di lui che sarà edito da Jerry (Josh Pais), un altro caro amico del defunto. Il materiale della sua corrispondenza è tutto in un hard disk con trentamila mail, e Val non può non notare che solo tre di queste sono per sua madre, con cui Walter non ha condiviso pressoché nulla se non il suo concepimento.
Di Iris e del suo rapporto profondo con Walter, in passato, è stata gelosa anche Elaine (Carla Gugino) che, da moglie, la vedeva come inarrivabile agli occhi del marito.
Giorni dopo la morte dello scrittore, la sua legittima vedova, Barbara (Noma Dumezweni), chiama proprio Iris per rivelarle che Walter aveva pensato a lei, qualora gli fosse successo qualcosa, per affidarle il suo cane, Apollo, uno splendido esemplare di alano arlecchino. Da qui le peripezie di una donna che vive da sola in un appartamento di Manhattan e che, pur se inizialmente fredda rispetto alla possibilità di prenderlo in casa, col tempo si affeziona all'animale e fa di tutto per tenerlo, nonostante le regole del suo condominio lo vietino, come sta lì a ricordarle costantemente il portiere, Hektor (Felix Solis).
L'alano tedesco o il danese, come preferiscono chiamarlo oltreoceano, è esso stesso un simbolo del cinema per famiglie, grazie al disneyano Quattro bassotti per un danese (Tokar 1966), anche se più recentemente, alle nostre latitudini, proprio un alano arlecchino era inserito in un film di tutt'altro genere, il bellissimo Dogman di Garrone (2018).
E, a proposito di citazioni cinofile, il film inizia con il racconto, durante una cena newyorchese, de L'acciarino magico, la fiaba di Hans Christian Andersen che vede protagonisti tre cani grazie ai quali, seppur in maniera truculenta, il soldato protagonista riesce a sposare la principessa.
Qui non c'è nulla di simile, poiché la necessaria premessa che attiva la trama è un lutto e Apollo, che a tutti sembra un peso, date anche le sue grandi dimensioni, col tempo si rivela essere la miglior cura per chi sta affrontando il dolore della perdita.
L'ingresso del cagnone nel piccolo apprtamento di Iris segna subito i rapporti di forza tra i due: Apollo elegge a propria cuccia il letto della donna, che si ritrova a dormire in casa sua su un improvvisato giaciglio degno di un campeggio. I due si scrutano a distanza nello stesso ambiente e la gag di Apollo che si prende con la forza una vecchia maglietta di Walter con la scritta Columbia, che ha evidentemnte ancora l'odore del padrone, si chiude con Iris che va a letto con la propria t-shirt, con su scritto Berkeley: New York vs San Francisco, East vs West Coast. 
Apollo ama ascoltare chi legge, segno che con Walter lo faceva spesso, e ulula durante la cerimonia in cui le persone più vicine allo scrittore assistono alla dispersione delle sue ceneri nella baia di Hudson.
L'amico fedele è ambientato a Manhattan e parlare di Manhattan senza la psicoterapia, da Woody Allen in poi, è letteralmente impossibile. In questo caso, però, è quasi casuale, poiché Iris, dopo aver tentato di lasciare il cane all'insopportabile Tuesday (Constance Wu), altra ex di Walter, che dice di volerlo ma dimostra in pochi minuti di non esserne in grado, pensa anche a un rifugio nel Michigan. Sarà proprio poco prima di arrivare a questo che si renderà conto che un cane può essere certificato da uno psicologo come sostegno per superare un lutto. La seduta, naturalmente, diventa soprattutto un'occasione per Iris di parlare del suo rapporto con Walter con un terapeuta.
Tra le poche altre cose da segnalare, la colonna sonora, inevitabilmente nostalgica, che oltre i brani originali composti da Jay Wadley e Trevor Gureckis, inanella brani di musica classica, dal Flauto magico di Mozart, come Pa-pa-pa-gena o Iside e Osiride, oppure classici statunitensi (vedi), come As time goes by cantata da Bryan Ferry, Wigwam di Bob Dylan, Little bit of rain nella versione di Karen Dalton, Everybody's Talkin' di Iggy Pop e, ovviamente, Manhattan, cantata da Blossom Dearie. 
Il film ha ben poco da ricordare dal punto di vista registico, ma la trovata del finto flasback, che in realtà è immaginato/sognato dalla protagonista, funziona. La  sequenza vede Iris andare a trovare Walter in una brownstone, una delle tipiche case di New York che devono il nome alla pietra arenaria che le caratterizza. Eppure non è il passato, poiché in quella casa Iris parla con Walter di loro due e della gestione di Apollo, anche se poi al guinzaglio conduce un bassotto, in una tipica contraddizione dei sogni.
Ed è proprio in questa sorta di immaginazione onirica che i dettagli dicono tutto: Walter sistema degli iris gialli in un vaso; sono quelli che gli ha portato la sua amica, che si chiama come quei fiori, gli stessi che campeggiano in un dipinto appeso in casa. Tra i quadri di quell'appartamento, poi, compare anche una piccola tela sistemata tra gli scaffali e che raffigura Apollo in tutta la sua eleganza, il vero protagonista del film.
Perdibile, non c'è dubbio, anche se le interpretazioni di Naomi Watts e Bill Murray meritano sempre, ma in caso da vedere in una giornata invernale, piovosa e malinconica.  

Nessun commento:

Posta un commento